Fly_Live con una storica casata aretina: in studio i marchesi Albergotti 13 luglio ore 11.00

Scritto da il 13 Luglio 2017

Saranno con noi in studio il 13 luglio alle ore 11.00, i marchesi Francesco e Francesca Albergotti, erede discendente e consorte  di una delle famiglie nobiliari più antiche di Arezzo. Come sappiamo dal 1948 tali titoli non sono riconosciuti, ma il contenuto storico che  tramandano da secoli è sicuramente molto grande. La storia ci racconta della grande interazione della famiglia Albergotti con la città aretina, cercheremo di raccontarlo nel nostro Fly-Live.

 

Albergotti è una illustre famiglia italiana, tuttora fiorente e divisa in un ramo marchionale e in uno baronale.

Può forse essere considerata la più grande famiglia aretina per il ruolo avuto nella vita politica, religiosa e militare della città. Insieme ai Bostoli e ai Camajani, gli Albergotti si posero a capo della fazione guelfa, mentre altre grandi famiglie di origine feudale, tra cui gli Ubertini (vedi Guglielmino degli Ubertini) e i Tarlati (vedi Guido Tarlati), sostenevano la parte ghibellina.

Antichissima famiglia di origine germanica, si stabilì ad Arezzo con Tebaldo Albergotti, primo personaggio della famiglia storicamente attestato (anno 870). In seguito gli Albergotti divennero signori di numerosi castelli, tra cui quelli di Toppole in Casentino, di Argiano e di Castelnuovo, mentre numerosi sono i dottori, i giudici e i consiglieri della Repubblica che provennero da questa famiglia.

Gli Albergotti hanno dato ad Arezzo tre vescovi. Il primo fu Giovanni I (1371-1375), che monsignor Tafi descrive geniale, dotato di grandi capacità politiche, militari e organizzative, impegnato al servizio del Papa in numerose missioni fuori della diocesi, a Milano, Padova, Bologna e in Piemonte. Fu poi la volta di Giovanni II (1375-1390), nipote del precedente, che osteggiò il partito guelfo, ormai troppo legato a Firenze, e tentò di impadronirsi del governo della città (agosto 1376). Dovette rifugiarsi presso i Tarlati, tradizionali nemici di famiglia, per sfuggire all’ira dei guelfi, che avevano incendiato il palazzo vescovile. Questa “protezione-prigionia” (come l’ha definita Tafi) presso i Tarlati durò otto anni, fino al 1384, anno terribile per la città di Arezzo, che fu venduta a Firenze da Enguerrand de Coucy, dopo i due saccheggi operati da capitani di ventura nel 1381 e nel 1382. Il terzo vescovo fu Agostino (1802-1825), che condusse una vita santa.

Tra gli altri illustri membri della famiglia si ricordano il giureconsulto Francesco, vissuto nel XIV secolo, il generale Francesco, che servì nell’esercito di Luigi XIV, e il marchese Giovanni Battista, attivo durante il Viva Maria, membro del governo militare in qualità di maggiore della Piazza.